Wednesday, April 28, 2010

Vinitaly 2010

My five days of work at Vinitaly have left me with a bit of nostalgia and a small hole in my heart missing the friends I made. I was excited to find out that I would be working in an area which I didn't know much about and with a person who is known not just for his great knowledge of wine but also for his big character. Fabrizio Marzi is not only director of the Travaglino vineyard, but also councilman for the Oltrepò Pavese wine region and co-author for one of the books I had to memorize in order to become a sommelier. Everyone warned me with a laugh that I would have good time with Marzi and learn a lot. That I did. I was placed at the Valle del Riesling stand along with three germans from St. Nikolaus- Hospital, who presented their wines and Christina Doria from Mezzaluna Cantina. The fact that I didnt even know that riesling grew in the Oltrepò or even in Lombardia was enough to make me nervous, but the nineteen different rieslings represented by fourteen different vineyards that I needed to know and memorize was even more scary. Slowly I started my tasting and wrote down key words that would help me remember each brand. My new friends over at Travaglino kept me fed with scrumptious bites of gorganzola from Cremona (grazie Paolo!) smoked salmon, salami of diverse types and of course red or sparkling wine when I'd had enough of the riesling. Gabriele Marchesi, president of the Valle del Riesling, was to my right representing his cantine, Marchesi di Montalto and also checking up on me to make sure I was doing everything correctly. I like to work and I love to learn, so having people like him and Marzi around to help give me answers to my questions was of great value. Many people would ask me about the riesling grape and the wine it creates but most of all the difference between Italian and German riesling. Even with the same semi-aromatic grape, the two types of wines are completely different and made, I think, for different types of people. The Italian version, like most Italian wines is made to be served with food. Whereas the German version is sweeter and fresher, obviously since the region it grows in (Mosel), much cooler than that of the Italian region. Both are good in their own respect and in some way I wish would have been presented separately but at the same time having people learn the differences that 'terrior' can make is really quite interesting. By the end of the fair, with sore feet and many mistakes later, I was able to discuss any of the brands easily and offer to any person their preferred taste. Prospects for the future were made and wine was drunk as bottles were given in thanks. I am left smiling knowing that the people I met I will come in contact with again in the future and I will for sure be drinking their wines. Most of all I have learned more that I thought I would and for that I thank all my new friends and colleges in the Oltrepò Pavese. Until next year.



I miei cinque giorni al Vinitaly 2010 son trascorsi con grande intensità e passione, infatti mi mancano già le persone conosciute che adesso posso chiamar amici . Ero felice quando ho saputo che la mia destinazione era una zona che conoscevo poco l'Oltrepo' Pavese e sapere anche di lavorare accanto a Fabrizio Marzi grande conoscitore del mondo del vino, direttore della cantina Travaglino, ma anche consigliere per l'Oltrepò Pavese, nonchè scrittore di alcuni libri basilari che ho dovuto studiare e memorizzare per diventare una sommelier.
Tutti mi hanno avvisato che avrei imparato tanto lavorando con Marzi. Infatti ciò è accaduto. Ero sulla zona della Valle dei Riesling, insieme con tre produttori tedeschi da St. Nikolaus- Hospital, che hanno presentato i loro vini e con Christina Doria della cantina Mezzaluna. Il fatto di conoscer poco il Riesling e poco dell' Oltrepò Pavese mi ha fatto innervosire, dover poi memorizzare i diciannove diversi Rieslings di quattordici diverse aziende vinicole ciò mi incuteva davvero paura. Pian piano ho cominciato a degustare e scrivere le parole chiave che mi aiutavano a ricordare ogni cantina. Mentre i miei nuovi amici di 'Travaglino' mi riempivano di cose gustose come il gorgonzola di Cremona (grazie Paolo!) salmone affumicato, salami e ovviamente vino, rosso o spumante; questo il Riesling aveva superato il mio personale 'livello di guardia'.
Gabriele Marchesi presidente del Valle del Riesling era sulla mia destra, a presentare la sua cantina Marchesi di Montalto e controllava anche se eseguivo bene il mio compito . A me piace molto lavorare e sopratutto imparare perciò avere attorno persone come lui e Marzi pronte a darmi risposte alle mie domande era importantissimo. Tanti clienti mi chiedevano le origini e il gusto del Riesling, ma sopratutto la differenza fra la versione italiana e quella tedesca.
Anche se questa uva semi-aromatica è la medesima per entrambi, il terrior e il microclima fa la differenza creando due tipologie molto diverse di vino. Credo anche che siano da abbinare a persone con caretteri e origini differenti. La versione italiana, come tanti vini italiani è fatta per essere bevuta assieme ad una pietanza, mentre il Riesling tedesco può anch'esso accompagnare un piatto, ma spesso essendo molto più dolce e aromatico è indicato anche ad essere apprezzato da 'solo'. Tutti e due le tipologie sono ottime e devono essere rispettate per le loro peculiarità. Alla fine dell' expo, con i piedi veramente stanchi e dopo aver fatto un paio di errori iniziali , avevo raggiunto il mio obiettivo cioè conoscere bene le peculiarità dei Riesling presentati ai clienti.
Ho lasciato il Vinitaly con stampato un grande sorriso sulla mia faccia sapendo di aver conosciuto persone molto competenti e avendo la possibilità di rimanere in contatto con loro.
Ho imparato tantissimo da questa esperienza.
Grazie mille amici e colleghi dell'Oltrepo' Pavese. Ci vediamo il prossimo anno!

Monday, April 26, 2010

Emilio Sartor, Campo di Prà at Agnoletti restaurant

A rare find, this wine is great! This red from Colli Asolani near Padova was recomended by our waiter (and owner) of the Agnoletti restaurant.
This small region is still unknown to many people even Italians and even to people who live within an hour of it, but, it produces many great wines and even became a DOCG recently for its prosecco. Founded in 1957, az.agricola Emilio Sartor located between the villages of Venegazzu and Montello, is a small family owned vineyard full of surprises. We tried their Campo di Prà which was a deep, rich red, full of powerful, long lasting aromas of red fruits, viola, pepper, mint, cinnamon, aloe and balsalmic with perfect amounts of alcohol and wood. Really well rounded. The taste was just as good as the smell, super juicy and elegant. We were surprised that such a great wine came from such a small area and wonder why people always tend to think of Tuscany or Piedmonte as having the best wines. There's a lot out there to learn and drink!

While we were being given our second course, we tried another bottle from the same area. Rosso di Milio by Casal Paolin wasn't as eye popping as the Sartor but still a really good wine. Much younger and purple in color, it didnt stand up to the second course. Dried fruit perfumes, cloves and most of a smell of freshly chopped wood. A big mouthed wine full of sapidity, acidity and youth.

Una chicca del Veneto! Questo rosso del Colli Asolani vicino Padova, era raccommandato dal nostro caminiere (e padrone) del ristorante Agnoletti. Questo piccola zona è poco conoscuita anche per noi italiani anche se la produzione è ottima, come uno degl'ultimi DOCG, Colli Asoli Prosecco. Fondato a 1957, az.agricola Emilio Sartor, fra le città di Venegazzu e Montello, è una cantina piccola familiare, piena di sorprese. Abbiamo provato il loro Campo di Prà. Rosso scuro, ricco, potente e pieno di aromi come quelli di frutti rossi, viola, pepe, menta, cannella aloe e balsamico, combinato perfettamente con una giusta quantità di alcol e legno. Molto tondo. Il gusto era buono come i sentori, succoso ed elegante. Eravamo sorpresi che un vino così buono possa venire da un luogo così sconosciuto e pensavamo perchè normalmente siamo spinti a credre che i buoni vini arrivino solo dai posti famosi, come Toscana o Piemonte. La verità è che c'è così tanto da imparare sul vino! Mentre stavamo aspettando il nostro secondo piatto, abbiamo provato un' altra bottiglia della stessa zona. Rosso di Milio da Casal Paolin non era espolosivo come il Sartor ma comunque un vino molto buono. Piu giovane e porpora di colore, non era abbastanza potente da abbinare con la carne del piatto (oca). Frutti secchi, chiodi di garofano e sopratutto profumo di legno appena tagliato. Il gusto ricco di sapidità, acidità e giovineza. Buono.

Wednesday, April 21, 2010

Sagrantino Day with Terra de la Custodia, Sagrantino di Montefalco Exubera, 2004

In honor of Sagrantino Day (that would be April 20th) we cracked open a bottle of a brand we knew nothing of. Sagrantino di Montefalco is one of my favorite wines. Like Umbria itself, it can be big, chewy and juicy, just like its Tuscan sisters over in Montalpulciano, but only a bit wilder. The cantine we tried is the Exubera, Terra de la Custodia, 2004. I was really excited to try a new brand of my favorite wine but was a bit disappointed after the first taste. The color was on, ruby red heading towards granite, thick, dense and consistent. The bouquet was tannic, slightly alcoholic, full or dark red fruits like rasberries and plums and spicy with hints of black pepper, sage, balsamic, cinnamon and cloves, and of course vanilla telling us the time was spent aging in a barrel. So far so good. Unfortuanatly, the taste was really dry and kinda bland. The acids were just apparent and the tannins were being pushed to the side by the overall wateriness of the wine. Still it was mineral, the alcohol wasn't overbearing and it still had some body. I can't way it was a bad but for sure there are better out there. Probably better suited for a pasta in some tomato based meat sauce then by itself.
Vote 75/100

In onore del Sagrantino Day ( che era il 20 aprile)abbiamo aperto una bottiglia di Sagrantino di Montefalco (Umbria)sconosciut. Il Sagrantino è uno dei miei vini preferiti, può essere succoso e masticabile come il suo fratello Brunello proveniente dalla vicina Toscana però a differenza di quest'ultimo è un po' più se mi permettete 'selvatico'.
La cantina è Exubera, Terra de la Custodia 2004. Ero molto curioso di assaggiare questa nuova marca ma son stato deluso al primo assaggio. Il colore era quello giusto, rubino che sfumava nel granato, consistente e denso. Il bouquet era dolce dato dalla barrique( troppo, troppo), alcolico, impregnato di frutta rossa matura e macerata come la prugna e lampone, speziato con sfumature di pepe e salvia, cannella e chiodi di garofano, naturalmente la vaniglia data dalla barrique , abusata in questo caso. Sfortunatamente il gusto era piatto ; solo l'alcool e il frutto anonimo erano presenti, sic! Il Sagrantino è un signor vino e va rispettato sempre. Un vino che in tavola si fa sentire con eleganza e forza. Il suo corpo e i tannini si abbinano bene a primi piatti importanti come pasta con ragù d'anatra e lepre, a formaggi strutturati e sapidi, a secondi piatti a base di carne come il cervo o al germano reale.

Voto 75/100

Sunday, April 18, 2010

Ostatu Rioja Alavesa Cosecha 2008


This beautifully fragrant wine is perfect for a summer or paired with cheese after a filling christmas dinner like I did! The Rioja region, known mainly for its red wines, does produce a large range of white like this one by Ostatu. Straw yellow and consistent with 13% alcohol typical of Spanish wines, aromas of pears, apples and pineapples matched delicately with the minerality and vegetable like qualities of this intense find. Definitely full bodied, oily and rich, the wafts of the earlier recognizable smells carried on through and lingered on my tongue until I took another sip. The warmth of the alcohol filled my belly and surprisingly went well with the heirloom tomatoes and goats cheese.
Vote 89/100

Questo bellissimo fragrante vino è perfetto per l'estate o abbinato con i formaggi dopo la cena natalizia come abbiamo fatto noi! La regione della Rioja, conosciuta sopratutto per i vini rossi, produce anche una grande quantità di vini bianchi come questo dall'Ostatu. Giallo paglierino e consistente con 13% di alcool, una quantità molto comune nei vini spagnoli, con aromi di pere, mele e ananas accompagnata delicatamente con la mineralità e il vegetale di questo vino intenso. Un corpo pieno, compatto e ricco di sentori che dal naso inizialmente si alimenta scorrendo in bocca per poi nel retrogusto fin a tornar al naso. Il caldo dell'alcool riempie la mia pancia e si abbina bene con succosi pomodori di stagione e formaggio di capra.

Voto 89/100

Stockholm

Meatballs and pickled herring. Definitely not the most enticing of food, but Sweden's culinary culture is stepping up. The Sweed's know that their typical foods like that of England, Ireland and other northern countries won't bring people to visit the country and just don't stand up to other European cuisines like France, Italy and Spain. But the recent trend is to change that stereotype and create interesting, local dishes with a modern and more flavorful twist.
Walking around Stockholm's city center, many restaurants offer local fish and meats such as elk, deer and moose or herring, arctic char and salmon. Many of the restaurants now have studied chefs who have traveled and worked throughout the world learning preparation techniques which they use on the dishes typical to Sweden. I was shocked to have such a good meal on my last night in the city- in fact I avoided completely these restaurants choosing Thai and Italian places which are scattered all over the place.
At the Von der Lindeska Valvet, my cousin ordered the traditional meatballs which were juicy and where made from a good quality of meat covered in a creamy sauce and paired with fresh lingonberries. I went a different route with smoked arctic char on a crispy pita smeared with a horseradish mayo as an appetizer and veal carpaccio served with warm whole bread and a drizzle of honey mustard. They were both simple but well put together plates that I never thought I could enjoy so much. We didn't have a chance to try the meats, unfortunately because of my prejudice against this cuisine and I am angry at myself for that. Such a beautiful city surrounded by water, I guess this only means that I'll have to go back to visit sooner than later.

Terra de la Custodia, Sagrantino di Montefalco Exubera, 2004


In honor of Sagrantino Day (that would be April 20th) we cracked open a bottle of a brand we knew nothing of. Sagrantino di Montefalco is one of my favorite wines. Like Umbria itself, it can be big, chewy and juicy, just like its Tuscan sisters over in Montalpulciano, but only a bit wilder. The cantine we tried is the Exubera, Terra de la Custodia, 2004. I was really excited to try a new brand of my favorite wine but was a bit disappointed after the first taste. The color was on, ruby red heading towards granite, thick, dense and consistent. The bouquet was tannic, slightly alcoholic, full or dark red fruits like rasberries and plums and spicy with hints of black pepper, sage, balsamic, cinnamon and cloves, and of course vanilla telling us the time was spent aging in a barrel. So far so good. Unfortuanatly, the taste was really dry and kinda bland. The acids were just apparent and the tannins were being pushed to the side by the overall wateriness of the wine. Still it was mineral, the alcohol wasn't overbearing and it still had some body. I can't way it was a bad but for sure there are better out there. Probably better suited for a pasta in some tomato based meat sauce then by itself.
Vote 75/100

In onore del Sagrantino Day ( che era il 20 aprile)abbiamo aperto una bottiglia di Sagrantino di Montefalco (Umbria)sconosciut. Il Sagrantino è uno dei miei vini preferiti, può essere succoso e masticabile come il suo fratello Brunello proveniente dalla vicina Toscana però a differenza di quest'ultimo è un po' più se mi permettete 'selvatico'.
La cantina è Exubera, Terra de la Custodia 2004. Ero molto curioso di assaggiare questa nuova marca ma son stato deluso al primo assaggio. Il colore era quello giusto, rubino che sfumava nel granato, consistente e denso. Il bouquet era dolce dato dalla barrique( troppo, troppo), alcolico, impregnato di frutta rossa matura e macerata come la prugna e lampone, speziato con sfumature di pepe e salvia, cannella e chiodi di garofano, naturalmente la vaniglia data dalla barrique , abusata in questo caso. Sfortunatamente il gusto era piatto ; solo l'alcool e il frutto anonimo erano presenti, sic! Il Sagrantino è un signor vino e va rispettato sempre. Un vino che in tavola si fa sentire con eleganza e forza. Il suo corpo e i tannini si abbinano bene a primi piatti importanti come pasta con ragù d'anatra e lepre, a formaggi strutturati e sapidi, a secondi piatti a base di carne come il cervo o al germano reale.

Voto 75/100

Tuesday, April 13, 2010

Prosecco Costadilà

Invited to the launch of their new wine at La Mascaretta in Venice, we met Cristina, a representative, to discuss the future of Costadilà.

While we were waiting for the rest of the azienda and invites to arrive, we slurped at oysters fresh Venice discussing the pairing with the slightly sparking wine and listening to how the company went about creating the latest product. The vineyard brought tons of their sur lie prosecco for clientel of both the restaurant and Costadilà, to try along with a beautiful looking and even better tasting porchetta. The artfully made wine, is made differently then your typical prosecco. Half of he grapes a pressed and made into wine whle the other half is left to dry and shrivel- something more typical of the amarone or desert wines. they are then added together and left to referment in the bottle. When the fermentation process is ready we are left with a particular tasting drink, looking more like a wheat beer than a white wine. It still carries the fruitiness typical to the grape, but is combined with a bread like aromas and almost a smokey aftertaste.

Overflowing with quests we sat in the back of the restaurant and chowed down on a delicious pasta and of course the porchetta. We chatted with Mauro the owner of the restaurant and known character in Venice. His ideas on wine, terrior and food is overwhelming and just as interesting as his style in dress. The night lasted way longer then we had expected with entertaining us and others with his clever antidotes. It was an unforgetable night with friends old and new, with good wine and great food in a city which too, is magical.

Invitati con alcuni amici da Cristina D'Altoè al lancio della nuova linea del Prosecco di Costadila' all'Osteria Mascareta a Venezia a discutere di questo buon vino naturale.
Mentre aspetta
vamo all'interno dell'Osteria e parlando con Mauro Lorenzon oste rinomato e sostenitore del vino biologico e mentore di questo progetto dell'Articoltura Costadilà a Tarzo abbiamo mangiato delle freschissime ostriche abbinate al Prosecco.
Questo vino composto da uve Prosecco, Bianchetta, Perera e Verdiso in percentuali sconosciute l'altitudine è fra i 250 e 330 slm, il terreno è argilloso con presenza di marne.
I profumi ricordano la pesca, l'acacia, l'albicocca, si presenta con un colore giallo carico in bocca è abbastanza alcolico, secco, con una trama fitta di piccole bollicine che vivacizzano la beva. Ma più di tutto va giù e non crea nessun problema digestivo e mal di testa ricorrenti dovuti alla solforosa che in questo caso non è usata, e vi assicuro non è cosa di poco conto. Quando Cristina è arrivata ci siamo seduti e ciascuno di noi ha apprezzato la cucina della Mascareta con dei tagliolini all'anatra e della porchetta come vedete nella foto proveniente dalla Articoltura Costadila'. Cristina, Mauro e Ernesto passavano da tavolo in tavolo trattendo gli invitati e spiegando il loro progetto e animando la serata con aneddoti e quant'altro. Il prosecco vero re della serata è rifermentato naturalmente senza l'uso dell'autoclave, il vino base infatti viene assemblato con un mosto prodotto dalle stesse uve solo leggermente appassite naturalmente.
Una volta imbottigliato viene lasciato fino all'estate successiva alla vendemmia prima della messa in commercio.
Un vino che ha dalla sua la piacevolezza della beva, il sapore non comune e la grande digeribilità. La primavera è arrivata e va festeggiata con questo bel e sano Prosecco Costadilà.

Route to Burgandy and Barolo part 4


Even in the dead of winter, Barolo was breathtaking. I never imagined that this area of Piedmonte could be so beautiful. It was snowing when we arrived and we knew if we waited too long to find a place to sleep we'd have the same problem as we did in France. Luckily enough, we came across the cutest bed and breakfast right in the center called La giolitta. Tired from our trip, we went straight out to the one bar open to have ourselves a happy hour drink. After a bottle of dolcetto and a plate of prosciutto and cheese, we were relaxed and incredibly happy to be back in Italy. On recommendation, and given that we didnt want to drive anymore, we headed to the only restaurant open in Barolo, Rosso Barolo. A menu that offered everything we loved and were missing in our time in Burgandy; pasta, steak, tomato sauce- its funny the things you crave when you can't get them. We ordered our first bottle a Dolcetto d'Alba 2007 by Priavino. It was like chocolate- no really, it was the smoothest, richest, warmest and by far the most interesting dolcetto I've ever drank. It went perfectly with our meal of fresh and hearty piedmonte treats like gnocchi with gorganzola sauce and rabbit stewed in a barolo. For desert we of course had to try the barolo chinatto, which went well with the chunks of chocolate we were offered, but it didn't quite hit the spot. Instead the chocolate muffin with oozing chocolate sauce in the middle did! We headed home drunk and stuffed, loving Italy so much that we opened another bottle of dolcetto we had bought at the restaurant to fill our bellies in thanks.

Before heading back home to Venice the next morning, we stopped at a vineyard recommended by our host for a tasting. The azienda of Mauro Veglio is beautifully located on a hill overlooking vineyards in every direction. After quick tour through their cantine and we sat down in front of this view to taste their wines. Nebbiolo, dolcetto, 2 barbera and 4 barolo's the richness in their wines was typical of the area, but their barbera d'alba really made me happy. The quality of these reds was some of the best and the price we paid was correct for what they offered. The owners of this vineyard we incredibly kind and proud of their product- with a good reason. They offered us another bottle a bag of nuts from the area and after our thanks and goodbyes we got into a wine filled car happy for the wonderful experience in Barolo.

Anche nel profondo inverno, Barolo e' meraviglioso. Non avrei mai pensato che questa area del Piemonte fosse cosi' bella. Stava nevicando quando siamo arrivati ed eravamo preoccupati di trovare un posto per passar la notte. Fortunatamente siamo passati davanti ad un B&b, 'La Giolitta', proprio nel cuore del comune di Barolo. Stanchi dal nostro viaggio siamo usciti immediatamente e abbiamo visitato il bar del centro, dopo una bottiglia di Dolcetto e un piatto di prosciutto crudo e formaggio eravamo di nuovo rilassati e felici di esser tornati in Italia.

Sotto suggerimento di una coppia di Barolesi, ci sono circa 700 cittadini in tutto Barolo, ci siamo avviati al ristorante Rosso Barolo l'unico in quella serata d'inverno aperto.

Un Dolcetto d'Alba 2007 di Priavino. Un gusto pieno e rotondo con profumi e sapori che ricordano il cioccolato. Era perfetto per i nostri piatti tra cui gnocchi al gorgorgonzola e spezzatino di coniglio al barolo. Per il dessert volevamo provare il barolo chinato che si sposava bene con il muffin di cioccolato. Ce ne siamo andati contenti e pieni di sapori nuovi. Arrivati al B&b abbiamo aperto un altro dolcetto brindando all'Italia e ai suoi bei borghi. Prima di far ritorno a Venezia il mattino seguente ci siamo fermati all'azienda vinicola di Mauro Veglio,a La Morra.

Dopo un breve ma intenso tour guidato dalla moglie Daniela, ci siamo poi seduti ad assaggiare i loro vini in una sala dove accolgono gli amici del buon bere.

Dalla finestra del locale dominavamo la collina con i loro vigneti imbiancati dalla neve ma quel sole che penetrava attraverso quell'enorme finestra era un balsamo per le nostre menti. Assaggiando i loro eccellenti prodotti partendo dal Dolcetto al Nebbiolo per passare ai Barbera e per finire ai Barolo.Vini essenziali che contegono il terroir della zona.I Barbera forse hanno una marcia in piu'.Comunque la qualita' dei loro vini e' assolutamente indiscutibile

Saturday, April 3, 2010

Adanti, Sagrantino Passito

I am a huge fan of port wine. But in the past year or two I've come across a few desert wines, mainly 'passito' wine, thats really made me smile. The Sagrantino Passito by Adanti is one of them. It is made from 100% sagrantino grapes, grown typically in this area of Umbria, Italy, which after harvest are left out on racks to dry and shrivel in the sun. The evaporation of the water from within the grape causes the sugar level to rise. When fermentation of the wine begins, and the sugars transform into alcohol, there will be a higher level of alcohol then found in 'dry' wines, leaving still enough sugar for a sweeter taste. The liquid seems thicker and coats your mouth. This passito has a dark red and purple color, and incredibly enough smells like tires when first opened. Hints of cherries and blueberries, rose and viola, flint or sulfur, are smells from which you cant find in the 'regular' sagrantino wine, combine with wood, vanilla and marinated cherries. After two years in oak barrels, the wine becomes so juicy, intense, round, and incredibly persistent and elegant with time, but still a real powerhouse.
A definite favorite.
Vote 95/100

Sono un appassionato del vino Porto, però negli ultimi anni ho conosciuto la piacevolezza dei vini passiti, vini che mi fanno sorridere. Il Sagrantino passito di Adanti è uno di questi.
Fatto da uve 100% sagrantino cresciute tipicamente nella regione dell'Umbria, dopo la raccolta son fatte appassire sui graticci e in modo da concentrare l'intensità degli zuccheri. Quando la fermentazione inizia dall'alto livello di zuccheri si avrà un maggior grado alcolico, il quale spesso supera quello dei vini secchi. Rimane oppurtunamente nel vino un piccola percentuale di zuccheri a discrezione dell'enologo. Il vino è più denso, ricco di profumi e aromi.
Il Sagrantino Passito di Adanti ha un profondo colore rosso e porpora e un profumo di pneumaico nuovo, con sfumature di ciliegia e mirtilli, rosa e viola, pietra focaia, note che non si trovano nel Sagrantino nella versione secca. Dopo 2 anni in botte il vino diventa così succoso, intenso e tondo con una meravigliosa persistenza al palato e una grande eleganza.
Abbinatelo ad una torta al cioccolato. Maestoso

Voto 95/100

 

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