In Mogliano Veneto, there is a restaurant called La Fenice. They have a very nice sized Cantina, which includes many wines (not available to customers) from countries all over the world. On one afternoon we stopped in to drink an 'ombra' or a glass of wine in venetian. Our ombra was a glass of Terrano, a indiginous grape from Fruili Venezia Giulia. The particular brand was a product of Castello di Rubbia at San Michele del Carso in the Province of Gorizia.
Terrano is a red wine that has a good consistancy, intensity and complessity. The perfumes reminded me of viola, woods, wild grass and herbs and a hint of grafite. On the tongue it was dry with a good amount of alcohol. The freshness and tannicity unfortunately are covered a bit by the sapidity, typical of the type of grape, and the structure wasgood but also a little short. Anyhow it is wine to keep in concideration, good for food or a just a lighter drink between friends.
Vote 78/100
Ci è successo di fermarci in una nota enoteca La Fenice a Mogliano Veneto e di bere un vino difficile da trovare in giro "il Terrano".Vino autoctono prodotto dal Castello di Rubbia a San Michele del Carso in provicia di Gorizia; 13 ettari vitati con produzione oltre che del Terrano della Vitoska, Malvasia e in piccola parte anche del Cabernet Sauvignon cresciuti in collina tra i 90m e i 150m su un terreno tipico molto ferroso.
Il Terrano è un rosso rubino consistente con una buona intensità e complessità .Il profumo mi ricorda la viola, del sottobosco con una nota di erbaceo e grafite; al palato si esprime intenso caldo e secco.La freschezza e la tannicità pagano il prezzo di una persistente sapidità (tipica del vitigno), buona la struttura forse un po' corto.
Un rosso comunque da tener in considerazione.
Voto 78.
Sunday, March 30, 2008
Terrano
Thursday, March 27, 2008
Caramia
After having the bottle of Cirò, we went on to our next. A Negroamaro-Cabernet mix from Lecce in Puglia, this bottle by Caramia blends old school with new. Negroamaro, an autoctono grape is known for the amaro or bitter taste the wine has. It has a medium structure, a bright red color and intense aromas that reminds of blackberries and freshcut vines- it can even make rosè. On the other hand, Cabernet Sauvignon is one of the most well known grapes and wines in the world. Its a powerful with perfect amounts of tannins, salts and glycerine. With a red almost blue hue, the perfumes are elegant clearly recognizable- herbs, fruits, flowers, spices, vegatables, mint and cacao. The structure continues in its smoothness, freshness, tannicity and persistence, while letting us know that its past time in barrique. This particulare mix of negroamaro and cabernet is strong but not overwhelming, slightly sweet while tannic. A good companion for any meat dish.
Vote 78/100
Dopo aver aperto la bottiglia di Cirò siamo passati alla prossima.Un mix da Lecce, Negroamaro e Cabernet, Caramia che ha come caratteristica di unire la vecchia scuola con la nuova. Negroamaro è un vitigno autoctono conosciuto per il suo gusto amaro che lascia in bocca. E' di media struttura, un rosso vivo intenso profumi che ricordano more, forse un po' vinoso può anche elaborare la versione rosè. Dall'altra parte abbiamo il Cabernet Sauvignon uno dei vitigni più conosciuti al mondo, da cui si ricava un vino potente con una forte componente tannica e glicerica; il suo rosso quasi blu dai profumi eleganti e riconoscibili di erbe, piccoli frutti rossi, fiori, spezie, menta e cacao quando è affinato a dovere.La sua struttura avvolgente ha buone qualità di freschezza,tannicità e persistenza. Questo particolare mix di negroamaro e cabernet ha una grande struttur ma non disturba affatto, dai tannini avvolgenti (vedi Cabernet Sauvignon). Un ottimo compagno per qualsiasi piatto di carne
Voto 78/100
Sunday, March 23, 2008
Cirò
Cirò is a wine made by the Galioppo grape, from Calabria, Italy. The most known DOC from this region, it has a story that goes back to the Greek Empire. The particular bottle we opened last week, by Enotria was quite good. It has ruby red with granate highlights or even slightly orange after aging. Well-rounded, intense perfumes with notes of spices, liquorish and berries, on the palate these tastes carried through with a great softness, light tannins and a slight sapidity. One would definatly enjoy this wine with something simple like a cheese or salami plate or with a meal of salvagge meats or a roast.
Vote 76/100
Un vino rosso di discreta qualità ma ad un prezzo molto conveniente è sicuramente il Cirò dell'Enotria ; Doc Cirò nella regione calabrese. Rosso classico con un titolo alcolometrico di 13% di solo uve Gaglioppo, vitigno autoctono calabrese; interessante questa espresione di rosso nel panorama nazionale infatti il colore rubino consistente si presenta con un profumo intenso con note speziate e di frutto rosso sotto spirito, in bocca si snoda nella morbidezza e con un lieve accento tannico. In definitiva un vino da stappare e bere in compagnia con due fette di salame o sopressa abbinato anche a del formaggio medio stagionato.
voto 76/100
Saturday, March 22, 2008
Osteria senza oste
Sometimes you can find the most amazing places without even looking for them. A friend had once mentioned to us that in the Prosecco wine region (about a half hour from our house) there was this place- a restaurant, kindof, but without waiters, bartenders, not even a hostess- but that it was great. So a few months later we decided to take his advice and go in search of this Osteria without a host (or in Italian Osteria senza Oste).
Without any internet site or address to follow, or anyone even knowing of this place, we drove into Valdobbiadene hoping to find someone, anyone, who could help us out. We stopped after a little while to get gas and ask for directions- and our intendent had heard of the Osteria! Following his directions we came across a sign (on a pink piece of paper) just off the road between vineyards with a questions mark and an arrow on it. We persued. A minute later, another one, and so on until we came to the final question mark. We parked and once again chased after the strange sign. After a short passage into a field, an old brick building was before us with an open door. Two people exited and we knew we had found our place. Inside were four tables, a fridge and a cupboard. On one of these tables were directions- help yourself and leave the money in the box. Inside the fridge we a few bottles of Prosecco col fondo, and on the labels where the price. Same thing for the food in the cupboard. So we took a bottle, left the money in the box and went outside. To our right was another passage, So we decided to take a look. Walking a minute or two past the hanging grapes we arrived at a clearing where a covered platform, open on all four sides stood overlooking the valley below. It was the most unexpected, beautiful and peaceful place. And so, we sat in silence sipping our wine, indulging in the view.
Beh, ben poche persone ci crederanno ma esiste un'osteria a Santo Stefano di Valdobbiadene senza oste! Incredile di questi tempi che esista qualcosa del genere ma un passa parola lento ma inesorabile arrivato fino alle nostre orecchie grazie ad un amico Franco gestore dell'Osteria alla Bifora a Venezia in Campo Santa Margherita (da provare) ci ha portato a conoscenza di questo gioiello incastonato nel Veneto. Arrivarci è quasi un impresa anche perchè la stradina che ci porta alla nostra meta è quasi nascosta ma c'è un piccolo grande riferimento la famosa azienda Col Vettoraz di Valdobbiadene. Non voglio andare oltre perchè vogliamo sia far conoscere e nello stesso tempo tener per pochi intimi questo meraviglioso e inimitable luogo. Alcune foto possono mostrarne in parte la piacevolezza, ma l'odore il rumore e la freschezza di tutto quello che ci gira attorno è indescrivibile ed unico. Abbiamo avuto modo di bere una bottiglia del loro Prosecco e di assaggiare il classico uovo sodo pagato attraverso una cassettina tipo quella delle offerte in una chiesa (il prezzo dei prodotti è stampato su di essi) e di passare bellissimi momenti di libertà. In una parola, meraviglioso!!!
Sunday, March 16, 2008
Schiava Gentile
Schiava Gentile is a grape found mainly in the Alto Adige region in Italy. Since it is grown in the north and is therefor a colder region, reds tend to be lighter and fresher, carrying qualities almost like a white. This particular bottle by Franz Haas has light and transparent red color with likable smells of cherries and berries; a light tannicity and has a refreshing quality. Its delicate and good with salami, white meats and even grilled fish. And since Alto Adige is the Austrian region of Italy- in fact german is their first language, you can drink the good bottle the way they do... with canederli and speck!
Vote 80/100
La Shiava Gentile è un vitigno autoctono della regione dell'Alto Adige, crescendo in una zona fredda al nord Italia e conoscendo le sue pecularità si cerca di giocare più sulla freschezza che sulla componente tannica del vino.
La Schiava Gentile è il vitigno più rappresentativo in questa zona , copre infatti una produzione del 60% seguita dal Lagrein con il suo 6%.
Il vino è della cantina Franz Haas nota sopratutto per il suo Pinot Nero; comunque la "nostra" Schiava Gentile ha un colore rosso rubino trasparente(si può veramnete leggere attraverso il bicchiere) porta i profumi della ciliegia del ribes e frutti di bosco, in bocca i tannini si sentono appena ha però una buona freschezza.
La sua delicatezza si abbina bene con dei salumi e delle carni non molto strutturate.
Inoltre allargherei l'abbinamento ai famosi canederli con speck, piatto tipico dell'Alto Adige e della vicina Austria.
Voto 80/100
Megara and Centrale
Ah... tartar! I happen to love raw foods- and steak tartar is my favorite. At the restaurant we went to friday night, one of our favorites in our area (provice of Venezia) called Alla Centrale in a town known as Scorzè, we gorged on our favorite tartar of them all. In fact we love they way they make it so much here that we taped it and put it on Youtube! But the great eats don't stop there. Normally we get a florentina or a porterhouse in english type steak which you can cook to your own perfection on a mini flat grill they bring to your table. This time however we decided to try something different, that is after the tartar appetizer. We split a plate of grilled ribs and one of lamb chops, both were fabulous!
Centrale also has a good wine list- all Italian and covers all the major reds from Amarone to Brunello, we tried one called Megara, a 2004 Frappato/Syrah blend from a Sicilian vineyard named Duca di Salaparuta. I happened to like this wine more than my husband- maybe because I have a love for spicy wines like syrah and zinfandel. A deep red color with berries spices for aromas, the taste was a well rounded, velvety mix of fruits and herbs. We both think that when tasted with the meat the wine and food really played well off each other. The tannicity of the wine cleared your palate from the fattiness of the chops and ribs, and the spices in both the wine and the food pared fantastically. So for the first time Paolo and I have different votes.
Vote 86/100
Noi amiamo la Tartare !
La miglior Tartare di carne dell'universo la si mangia alla Centrale a Robegano di Salzano. Un'osteria che fa del piatto di carne la sua delizia e della Tartare il piatto in assoluto più ordinato e apprezzato da tutta la sua clientela.
Abbiamo abbinato alla nostra meraviglia una bottiglia siciliana Megara della cantina Duca di Salaparuta vendemmia 2004 un meritage di Frappato e Syrah, di cui il primo autoctono della regione in esame.
L'aromaticità del piatto è sicumente percepibile e la sua persistenza pure il vino secondo me ha rincorso un po' la tartare ma il tutto potrei definirlo abbinamento armonico.
Rosso rubino abbastanza profondo (m'aspettavo di più) consistente, al naso il Syrah sebbene in minoranza nell'uvaggio 40% si sentiva di più con la sua pepata ma i frutti piccoli rossi le more i lamponi rispettavano il frappato.
Al palato secco, abbastanza morbido, molto caldo con una buona frescezza.
Il tannino era un po' irruento ed erbaceo ma c'era sicuramente intesità ed una buona persistenza e struttura.
Voto 81
Nebbiolo d'Alba
Typical of March, we've had a lot of rain. Overcast days where you just dont want to go outside- which creates perfect days to try new wines! On one these days we decided to try a Nebbiolo d'Alba by the vineyard Duchessa Lia, 2004. A DOC wine in a sea of DOCG's, nebbiolo is usually known for Barolo, Barbaresco, Ghemme and Gattinara. Being that this particular wine comes from the Alba region and not specifically Barolo or Barbaresco it because classified as a DOC only, therefor less known- and I must say less powerful. Barolos are probably one of the best wines in Italy and the nebbiolo from Piedmonte the best or the best. However I have to say I was a little disappointes with this one. Not that it was a bad wine at all, but it definatly did not measure up to the rest. Lighter in color and taste, it was still tannic and robust enough that one could see the resemblance. The intense ruby color made me think that it may have just needed more time to rest and develope before it was to be opened. I would consider it a wine to be drunk with a meal instead of contemplation, maybe with grilled or roasted meats.
Vote 78/100
Marzo pazzerello. un sacco di pioggia. Quando il tempo non è dei migliori non vuoi uscire questo è un fondamento per assaggiare nuovi vini! Uno di questi giorni uggiosi abbiamo aperto un Nebbiolo d'Alba della cantina Duchessa Lia, vendemmia 2004.
Una DOC nel mare delle DOCG del nebbiolo conosciute come Barolo,Barbaresco,Ghemme e Gattinara. Questo particolare vitigno proviene dal comune di Alba non specificatamente sotto le zone del Barolo e Barbaresco. Quindi essendo classificato solamente DOC, sarà meno conosciuto e meno strutturato di uno DOCG.. Il Barolo è sicuramnete uno dei vini più importanti d'Italia e il nebbiolo è il meglio del meglio.
Comunque devo dire che siamo stati delusi del vino non perchè fosse scadente la sua integrità ma non teneva testa a quello affermato sopra.
Trasparente nel colore e leggero nel gusto, tannico sicuramente per affermare che fa parte della categoria.
L'intesità del color rubino mi fa pensare che questo vino ha bisogno di più affinamento.
E' un vino sicuramente da abbinare ad un piatto di carne alla griglia o arrosto piuttosto che pensato per esser assaporato in modo solitar contemplativo.
Voto 78/100
Saturday, March 15, 2008
Cabernet Sauvignon Scubla
On cold nights its a wonderful thing to sit by the fire with a glass of wine. To warm our insides this time we opened a bottle of Cabernet Sauvignon by Scubla, 2004. We had originally acquired this bottle at the Scubla estate during Cantina Aperta last year. (Cantina Aperte is one day out of the year when almost all of the vineyards in Italy are open to public, so everyone can try the wines without appointment)
And so on this cold night in front of the fireplace, the four of us (we had friends over for dinner) we drank this bottle from Fruili-Venezia Giulia. A typical Cab, it had a ruby-red color with granite highlights and a desirable transperancy and consistancy. Perfumes were that of violas, cherries, vine tomatoes and touch of pepper. On the tongue it was warm and enticing with just the right amounts of sapidity and tannicity. A good intensity with a persistancy to follow.
Vote 83/100
Davanti al caminetto acceso quando fuori fa freddo è facile lasciarsi andare e il vino compagno d'avventura non deve mancare e anche questa volta non mancava.
Per scaldarci abbiamo scelto con una coppia d'amici di aprire una bottiglia di Cabernet Sauvignon di Scubla vendemmia 2004 .
Questa azienda la conosco bene infatti ho fatto visita due volte durante la manifestazione Cantine Aperte che si svolge durante il mese di maggio(da non mancare assolutamente).
I vini famosi di questa terra (Friuli-Venezia Giulia) sono i bianchi ma da un po' visto che la richiesta di mercato è spesso un vino rosso corposo e molto tinto, molte cantine si sono lanciate a impiantare per poi vinificare Cabernet Franc,Cabernet Sauvignon e Merlot.
Dal colore rosso rubino tendente al granato con una limpidezza e consistenza eccellenti traspira un bouquet di viola more marasche foglia di pomodor e pepe.Il gusto è secco caldo e morbido ha una buona sapidità, un tannino significativo inizialmemente ma con un finale un po' deludente.Ha una buona intensità e una PAI discreta.
Voto 83/100.
Wednesday, March 12, 2008
Vinosia
During our time at Mulino Stucky we also encountered many wines made from the Aglianico grape. The one I'm going to write about now is a Taurasi from the agency Vinosia. Created by brothers Mario and Luciano Ercolino, they are driven to make quality wines at affordable prices. Irpinia, Campagne, the promised land for many southern grapes, is where this wine is produces and at its best.
Taurasi's in general are very powerful and well-rounded wines, and this one is no different. Deep purple, and hardly transperant with slightly spicy, mature blackberries and currents and liquorish perfumes, we were anticipating the first taste, and we weren't dissapointed. Warm, soft and velvety with a great persistancy, one could also tell it spent time in barrique.
Vote 92/100
Just before this Taurasi we had also tasted Vinosia's Doceassaje. Made from Greco di Tufo and Fiano di Avellino, which are the other two most important and famous grapes of Irpania. A light colored and refeshing white, Doceassaje has incredable smells of fresh flowers and herbs and is slightly mineral. Well structed and balanced, it would be great with grilled fish or just sipping while sitting outside and watching the tides.
Vote 90/100
Durante la manifestazione abbiamo assaggiato numerosi bicchieri di buon vino di molte realtà vinicole italiane e questoci ha fatto molto piacere.
Una di queste realtà si chiama Vinosia un'azienda nuova creata da Mario e Luciano Ercolino danoi introdotta da una sua ottima e professionale rappresentante la Sig. Rosamaria Pulzone.
I vini creati tendono a valorizzare sopratutto la zona della Campania chiamata Irpinia infatti i vini presentati all'expo erano : Doceassaje, Greco di Tufo e Taurasi.
Mi sarebbe veramente piaciuto assaggiare tutta la loro produzione che parla di Primitivo di Manduria, Neromora, Essenza di Malvasia, Roceroce, Falanghina, Negramaro, Aglianico etc.. ma purtroppo erano richiesto solo tre vini da assaggio.
Mi vorrei soffermare su due dei tre vini assaggiati ,iniziando con il Doceassaje un bianco imporante dal colore giallo paglierino limpido e cristallino che al naso si presenta con una notevole intensità e una grande complessità di profumi di fiori freschi ,polpa gialla matura ed minerale.
Al palato è secco, caldo e morbido denota una buona sapidità e struttura, sicuramente equilibrato e armonico. Un vino da abbinare sicuramente a delle ottime grigliate di pesce.
Voto 90/100
L'altro vino è il Taurasi. Parliamo del Barolo del sud Mister Aglianico!
Dal colore rosso rubino intenso con dei riflessi aranciati appena accennati, consistenti archetti disegnano la superficie del bicchiere; il profumo ci ricorda la viola, more, l'erbaceo e lo speziato di cuio, liquirizia e pepe nero. In bocca è morbido, caldo e avvolgente, si sente ma non prevarica il passaggio in botte, mantiene una buona sapidità e struttura, ha un'ottima persistenza gusto-olfattiva. Lo abbinerei ad arrosti, selvaggina e cacciagione
Voto 92/100
Thursday, March 6, 2008
Pecorino d'Abruzzo
Tonight we opened a delightful bottle I bought today at the supermarket- and for only 4 euros I thought this interesting wine must best tried. Pecorino, usually a famous name for cheese, is a wine grown mainly in Marche but also found in Umbria or in this case Abruzzo. A grape that was starting to go into extinction until recently saved, it is vivacious and straw colored, with hints of flowers and exotic fruits like pinapple or calli-lilies. Slightly mineral, but soft and well balanced, it would be great with broiled or fried fish, chowders, or cheese like Tomà in which we tasted tonight. This particular bottle is called "Sistina IGT", in Terre di Chieti and produced by Citra Azienda d'Abruzzo, 2006.
Vote 78/100
Questa sera abbiamo aperto una bottiglia che ho comperato al supermaket per soli 4 euro pensando questo è un vino interessante da provare . Pecorino, famosissimo nome per formaggi, è un vitigno cresciuto principalmente nelle Marche ma presente anche in Umbria o come in questo caso in Abruzzo. Poteva andare in estinzione ma grazie a qualche produttore questo non è successo; si presenta con un giallo paglierino, al naso un po' floreale e un frutto con un tocco d'esotico; leggermente minerale al palato ma morbido e ben bilanciato . Direi ottimo abbinato a brodetti di pesce o anche a delle fritturine, o assaggiato assieme al formaggio Tomà come fatto da noi poco fa.
Ed ecco il nome "Sistina IGT" in Terre di Chieti dell'Azienda vinicola Citra d'Abruzzo vendemmia 2006 .
Voto 78/100
Sciacchetrà
A word I really love saying! Ok, we were fortunate enough to taste this wine also at the Molino Stucky event, and even this wine is extremely rare to find outside of its region; a region quite know for its vacation spots- Cinque Terre. This sweet wine is produced by the Azienda Agricola Buranco and is made from the Bosco, Vermentino and Albarola grapes. This wine can only be produced in certain years when the sun in strong enough to 'bake' the skins without destroying the grapes. After a short 'appassimento' the wine then spends a short time in barrique.
This delightfully golden treat, has perfumes of dried apricots and almonds. Velvetty and sweet, but not excessive, acidic and mineral, perfectly structured, I would pair this fantastic wine with soft or aged cheeses.
Vote 93/100
Before tasting the Schiacchetrà, we tried the same grape mix in its dry form. Light in color, with marine reminding smells and a hint of wild flowers, it was a reminder of where it came from. Sharp, seaside cliffs with warm summers, this Cinque Terre Doc is light and crisp and perfect with shellfish or likely cooked fish.
Vote 84/100
Sempre parlando dello splendido evento Molino Stucky abbiamo avuto la fortuna di assaggiare un vero outsider dell'universo vitivinicolo italiano, una chicca della Doc Cinqueterre della regione Liguria stiamo parlando infatti dello "Sciacchetrà" prodotto dall'Azienda Agricola Buranco fatto da uve Bosco, Vermentino e Albarola.
Questo vino viene prodotto solo in annate particolari, infatti le bucce dei grappoli devono avere una grande esposizione alla luce solare per aumentare la concentrazione di zuccheri in tempo prima della vendemmia . Le uve sono raccolte quasi acino per acino in ceste contenenti circa 3Kg d'uva, vengono poi lasciate ad appassire in un ambiente fresco. Il prodotto finito dopo la fermentazione alcolica è introdotto prima in acciaio poi in botti di rovere per 5 mesi.
Si presenta con un giallo ambra con dei riflesi dorati e una buona consistenza; al naso si sentono i profumi di fiori gialli e frutta candita con sentori di albicocca e fichi, la mineralità è comunque presente.
Al palato una grande struttura, dolce ma non stucchevole caldo e morbido-vellutato, frescezza e sapidità equilibrano questo vino armonico con un'intensità e una persistenza direi infinite.La produzione di questo elisir e di appena "1000" bottiglie annue.
Voto 93/100
Abbiamo avuto l'occasione anche di assaggiare il vino bianco prodotto dall'azienda il "Cinque Terre Doc ", molto marino dai profumi minerali molto presenti da abbinare ai frutti di mare.
Voto 84/100
Moscato di Scanzo
From the 3rd to the 5th of March, the Molino Stucky Hotel on the island of Guidecca in Venice hosted the Gusto in Scena event. Even with the strong winds and rain that were trying to keep us away, we made it- a little bit wet- but we made it. Featuring 91 aziende across Italy, we tasted at about 8 different tables.
Whats great about these events is that you can find producers and their wines, that are sold mainly within their regions and hardly anywhere else to taste. One of these wines is Moscato di Scanzo- by whom the producer for this was Tallarini.
The DOC wine is named after the grape and is grown in a very small region between Bergamo and Lago di d'Iseo in Lombardia, Italy. Autoctono (or original and grown only in these parts) and very rare; mainly because most moscato grapes are white, not red; this aromatic desert wine seems almost port-like. It has a deep red color, and marvelous aromas of red fruits, roses, cinnamon, cloves and liquorish. On the tongue its sweetness is inhanced and balanced by its tannicity and acidity. Great to drink by oneself, or with dry pastries, this delicious wine will leave warm memories when drunk on cold nights.
Vote 95/100
Dal 3 al 5 marzo sulla vetrina del Molino Stucky sull'Isola della Giudecca a Venezia era presente "Gusto in Scena".
Ben 91 aziende erano presenti e componevano in maniera uniforme tutto il tessuto vitivinicolo italiano.
La cosa interessante è che molte di queste aziende vendono solamente in loco o nella regione di provenienza quindi assaggiare i loro vini è un'impresa assai difficile, questo accresce sicuramente il significato dell'evento stesso.
Uno di questi vini importanti è sicuramente Il Moscato di Scanzo dell'Azienda Tallarini .
Il Moscato di Scanzo è una realtà importante del nord Italia( Lombardia), un vino Doc di colore rosso rubino che ha una grande mordidezza e persistenza gusto-olfattiva.
Dopo una scelta molto scrupolosa dei grappoli maturi(spesso si fanno numerosi passaggi in vigna per controllare la giusta evoluzione dell'acino),vengono posati con attenzione certosina sui graticci per un periodo di appassimento per poi passare alla vinificazione.
Il contatto con le bucce fa si che la potenza e l'intesità del colore raggiunga livelli considerevoli!!!
Il boquet si presenta molto interessante: è una vera esplosione di sentori dal floreale al fruttato rosso maturo al sotto spirito per arrivare allo speziato con una nota inconfondibile di pepe nero e liquirizia.Intensissimo, morbido e molto avvolgente il gusto e la sua persistenza conferma l'ottima qualità di questo prodotto.
Voto 95/100
Saturday, March 1, 2008
New Years in Kyoto
Over the holidays we took a 3 week trip to Japan. A truely interesting country, rich in tradition, culture, and really amazing people. Traveling around and talking to everyone we met, we realized that each city has its own traditions, art and food- it was impossible to learn everything. However we did try new foods, interesting restaurants and strong drinks. One place that really sticks out in our minds was in Kyoto. Located on the 5th floor of a building in the Pontocho area in the old city of Gion, 'Eau de Vie' is a Japanese-French infusion restaurant. Small in scale with a visable kitchen and a long wooden counter (at which we sat) and only 3 other tables, we found the menu to be most interesting. Many of the dishes were tapas sized, which was great because we were able to taste many things. One plate in particular, shown in the photo, is roasted eggplant with grilled breast of duck. Not sure what sauces or condiments they used, since english was definatly not well spoken, but the outcome was amazing! With it we opened a bottle of Valpolicella Ripasso, 2004 by Stefano Accordini. A robust wine with intense aromas and tastes- not especialy great with what we were eating, but still a great wine. Made from the Corvina grape, its called ripasso because the grapes undergo a double fermentation; leaving a stronger taste of fruits, a more noticable consistency, and a higher percentage in alcohol-15%. One of the top wines from the Veneto region, I would definatly recommend trying a Valpolicella Ripasso and non-Ripasso, both are great.
Per le vacanze di Natale abbiamo avuto la grande possibilità di visitare il JAPAN .
Un paese incredibile dalle mille sfaccettature, non facile da abituarsi ma secondo me sicuramente da imitare in molte delle sue cose più importanti tipo il rispetto e la correttezza nei confronti del prossimo .
Durante la notte di San Silvestro ci siamo rilassati in compagnia di un Ripasso della Valpolicella dell'Azienza Stefano Accordini vendemmia 2004 all'interno di un bellissimo ristorante GiappoFrancese "Eau de Vie" a Kyoto.
Un piatto servito che mi ricorderò tutta la vita era un sandwich di petto d'oca con alternato fette di melanzane, ragazzi una cosa meravigliosa potrei quasi dire merita il viaggio fino a Kyoto.
Ma parliamo anche di questo vino: leggiamo ripasso quindi le uve di corvina, rondinella e molinara (autoctone della regione Veneto),raccolte nel mese di settembre manualmente per poi iniziare la vinificazione sono pigiate e diraspate, fermentate tra le temperature di 25 e 28 °c, quindi trasformate in vino. Aspettando le vinacce dell'amarone che verranno messe a contatto con il vino, precedentemente conservato in acciaio, per una durata di 15 gg ad una temperatura di 15°c; il tutto verrà introdotto in botti grandi dove avviene la malolattica (trasformazione dell'acido lattico in malico, meno aspro)e poi affinato in barrique.
Il vino che è uscito era rosso rubino impenetrabile con riflessi granati di grande struttura, molto consistente dai profumi intensi e complessi dalla viola ai piccoli frutti rossi sotto spirito, a note speziate e di vaniglia per arrivare al cuoio e all'etereo.
Voto 90.